• La crescita si consolida con un aumento del 18% rispetto al 2018
  • L’utile si conferma a circa 315 mila euro
  • Ebitda a 1,7 milioni di euro in linea con le attese
  • Posizione finanziaria netta 10,3 milioni di euro

La cooperativa multi-servizi CIMS ha chiuso il 2019 con un valore della produzione di 46,5 milioni di euro, in crescita del 18,1% rispetto al 2018 (39,4 milioni), e con un utile di circa 315 mila euro. Questi i numeri essenziali del bilancio consuntivo 2019, approvato dall’assemblea dei soci il 24 luglio 2020.

«Questo risultato – spiega il direttore finanziario e amministrativo di CIMS, Giampiero Bassi – conferma gli obiettivi pianificati per il periodo 2018-2019 e permette di recuperare completamente la perdita registrata nel 2017 (355 mila euro a fronte di un fatturato di 33,8 milioni di euro)». Tale congiuntura aveva reso necessario il ricorso, nel 2018, a un piano di crisi di 12 mesi (legge 142/2001 sulla cooperazione). «Il programma triennale varato alla fine del 2017 – prosegue Bassi – prevedeva una stabilizzazione dei valori della produzione intorno ai 40 milioni di euro annui e il miglioramento della marginalità. Le misure adottate per uscire dalla crisi sono state efficaci. In termini di volumi produttivi gli obiettivi non solo sono stati raggiunti, ma anche superati».

Nel dettaglio, CIMS opera in cinque settori, che nel 2019 hanno inciso sui volumi nel seguente modo: edilizia (40%), servizi manutentivi (all’interno di ospedali del bolognese e immobili dell’Università di Bologna) più servizi cimiteriali (32%), infrastrutture (16%), impiantistica (6%), gestione del verde e conduzione di aziende agricole (6%).

Per quanto riguarda la marginalità, i settori più performanti sono stati, nell’ordine, gestione del verde, impiantistica, servizi manutentivi e cimiteriali, edile e infrastrutture.

Nel 2019, la cooperativa, che ha una media di 264 dipendenti (di cui 111 soci), ha sviluppato importanti commesse, come la realizzazione dei nuovi stabilimenti Ima a Ozzano e Teapak a Imola. Il fallimento dell’azienda bolognese di bioplastiche Bio On, per cui CIMS ha realizzato le opere edili dello stabilimento di Castel San Pietro e doveva inoltre costruire il nuovo laboratorio, ha comportato un incaglio di crediti significativo, controbilanciata da partite straordinarie riguardanti le società partecipate che si occupano dei servizi cimiteriali.

«Rispetto al 2018 – sottolinea Bassi – la novità più significative sono state la ripresa del comparto privato e il riavvio di cantieri residenziali, che da tempo mancavano tra le commesse della cooperativa oltre all’acquisizione della commessa per servizi manutentivi nell’Ateneo bolognese».

Per il 2020, prima dell’emergenza Covid-19, le prospettive per CIMS erano positive. «Il budget – conclude Bassi – prevedeva una produzione di circa 43 milioni, con ordinativi già acquisiti prima del “lockdown”. Tra questi, ad esempio, una commessa da 12,8 milioni di euro per i lavori di completamento di un immobile residenziale in zona Navile, nell’area dell’ex mercato ortofrutticolo, che in prospettiva accoglierà 102 alloggi. Il cantiere è operativo da metà giugno».

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