La Cooperativa è impegnata anche negli altri ospedali di Bologna e Imola.

CIMS, attraverso i raggruppamenti di imprese di cui fa parte, si occupa di manutenzioni in «global service» per le Aziende usl di Bologna e Imola, per l’Irccs Rizzoli (Ior) di Bologna e il Montecatone Rehabilitation Institute Spa di Imola. In pratica si prende cura, insieme alle imprese partner, delle oltre 150 strutture sanitarie e ospedaliere pubbliche presenti nell’area metropolitana bolognese (esclusa l’Aosp Sant’Orsola). Ma durante l’emergenza Coronavirus è stata in prima linea anche per realizzare a tempo di record nuovi posti di terapia intensiva negli ospedali Maggiore e Bellaria a Bologna e Santa Maria della Scaletta a Imola.

Non solo. Oggi sta partecipando all’implementazione della Covid Intensive Care, voluta dalla Regione Emilia Romagna. Una rete con 146 posti letto di terapia intensiva e subintensiva aggiuntivi a disposizione delle necessità sanitarie non solo dell’Emilia Romagna ma di tutto il Paese, per la quale sono stati stanziati complessivamente 26 milioni di euro.

L’ospedale Maggiore è uno degli ospedali individuati. Nei giorni scorsi si è completata la trasformazione del reparto di degenza ortopedica del 12° piano (corpo D) in 34 posti per la terapia intensiva, inaugurati venerdì 5 giugno. Le compartimentazioni interne e la relativa impiantistica sono mutate radicalmente per ricavare due separati open space. La direzione dell’Ausl di Bologna ha affidato a CIMS le opere edili, demolizioni e ricostruzioni murarie per un valore di circa 300.000 euro, gli impianti meccanici e pulizie sono stati affidati a Rekeep e la parte elettrica a Sgargi Impianti.

«È stata un’attività complessa, che ha richiesto particolari accorgimenti di sicurezza sanitaria – spiega Massimiliano Baroncini, direttore generale di CIMS -. I nostri addetti dovevano indossare i Dpi previsti dai protocolli contro il Covid – mascherine, tute, guanti e occhiali -, veniva provata la temperatura corporea a tutti coloro che accedevano al cantiere e sono stati definiti percorsi e ascensori dedicati. Nel periodo del lockdown abbiamo dovuto affrontare la difficoltà di far arrivare le forniture: la filiera della carpenteria metallica era bloccata, quindi per ogni consegna occorreva la relativa comunicazione alla Prefettura».

I lavori sono iniziati il 14 aprile; un primo lotto da 10 posti letto è stato completato (in anticipo rispetto alla tabella di marcia prevista del 28 maggio); il secondo ed ultimo open space con 24 posti è stato completato in tempo per l’inaugurazione. E non è finita qui. Il 15 giugno cominceranno analoghi lavori sull’ala lunga del Maggiore al piano 13° e 14° per realizzare delle aree sub intensive.

Ma questo è solo una parte dell’impegno messo in campo da CIMS. Già in marzo, nel picco dell’epidemia, in appena dieci giorni erano state riconvertite sei sale operatorie non utilizzate (al piano 0 del corpo D), sempre dell’ospedale Maggiore, in 22 nuovi posti di terapia intensiva. Analoga trasformazione ha interessato alcune sale operatorie dell’ospedale Bellaria per la creazione di nuovi posti di terapia intensiva, mentre a Imola sono state costruite delle zone filtro per compartimentare nuove aree dedicate al Covid di terapia intensiva (in estrema emergenza con divisori in teli plastici poi sostituiti da pareti in cartongesso). In tutti questi casi gli addetti CIMS si sono occupati delle opere murarie e strutturali (a parte Imola dove hanno seguito anche l’impiantistica). Si è trattato anche in questo caso di attività in affidamento diretto da parte delle Ausl.

Ma sin dall’inizio dell’emergenza, l’incremento di attività generale della sanità ha reso necessario un maggior e costante impegno quotidiano di CIMS per installare compartimentazioni provvisorie, percorsi sicuri o fornire assistenza alla Protezione civile nel montaggio di tensostrutture (ad esempio per i triage esterni dei Pronto soccorso), etc. «Abbiamo lavorato h24, anche a Pasqua, Pasquetta e primo maggio – ricorda Baroncini -. E continuiamo a farlo. Vista la mole di interventi richiesti abbiamo spostato su questo settore diversi nostri addetti dell’edilizia, che invece si era ferma per il lockdown».

La capacità di integrare e ottimizzare risorse è fondamentale nei contratti di manutenzione «global service», che richiedono tempi di reazione inferiori alla mezzora in caso di guasti o emergenze gravi.

Una caratteristica di CIMS che si sta rivelando vincente insieme a quella di saper riconvertire e adeguarsi in tempi rapidi a nuove esigenze del mercato.

«Global Service» per ospedali e ambulatori

Per CIMS il settore sanità rappresenta oggi circa il 15% del fatturato totale annuo.

Sono quattro i contratti di manutenzione «global service» in essere per le strutture sanitarie pubbliche di Bologna e Imola attraverso due distinti Rti (Raggruppamenti temporanei di impresa).

L’ammontare dei contratti, che discendono da altrettante gare d’appalto pubblicate dalla centrale unica acquisti regionale Intercenter, comprende sia manutenzione ordinarie sia lavorazioni extracanone per ammodernamenti, ampliamenti e lavori da eseguire rapidamente in emergenza in base ad un elenco prezzi e scontistica predefiniti.

I primi due riguardano gli ospedali Bellaria e Maggiore (Ausl di Bologna) e Ior (Irccs Rizzoli). Un appalto complessivo da 64.304.096 euro per 8 anni; la capogruppo è Rekeep (ex Manutencoop), raggruppata con il Consorzio Innova. La quota CIMS, esecutrice insieme a Sgargi impianti dei lavori del Consorzio Innova, prevede attività per 17.977.264 euro per manutenzioni edili e serramenti, antincendio, verde e servizio neve. Il numero medio di addetti impegnato da parte di CIMS è di circa 30 persone.

Gli altri due contratti, invece, vedono Rekeep capogruppo ed Arco Lavori, che esegue la propria quota attraverso l’associata CIMS. Sempre per l’Azienda usl di Bologna l’appalto vede un ammontare complessivo di 45.065.073 euro in 9 anni e riguarda tutti i presidi e ambulatori (ad esclusione di Bellaria e Maggiore); la quota CIMS, in assegnazione dal Consorzio Arco, prevede 8.483.170 euro per manutenzioni edili e serramenti, (più antincendio ed idrico solo sulle strutture dell’area nord); il numero medio di addetti impegnati è 15.

Per l’Azienda usl di Imola l’ammontare complessivo dell’appalto è di 18.904.995 euro in 9 anni (sono compresi tutti i presidi ospedalieri e le strutture sanitarie); la quota CIMS contempla 12.555.000 euro e la maggior parte delle attività per le manutenzioni edili e serramenti, antincendio, verde, elettrico, speciali, idrico e servizio neve; il numero medio di addetti impegnati è 10.

Infine, c’è il contratto per l’Istituto di Montecatone, dove l’ammontare è di 3.275.344 euro in 9 anni. La quota CIMS, sempre in assegnazione dal Consorzio Arco, vede 1.374.480 euro e la maggior parte delle attività per le manutenzioni edili e serramenti, antincendio, verde, elettrico e speciali, idrico e servizio neve; il numero medio di addetti impegnati è 3.