La CIMS tiene nostante il Covid. Il bilancio 2020, approvato dall’assemblea dei soci il 20 maggio, ha chiuso con un calo di appena l0 0,8% valore della produzione sull’anno precedente (46,2 milioni di euro rispetto ai 46,6 del 2019). Il margine operativo lordo è di 1,7 miliioni, l’utile netto 78 mila euro.
Questa l’incidenza sul fatturato dei vari settori: edilizia 38%, servizi manutentivi (ospedali del bolognese e immobili dell’Università di Bologna) più servizi cimiteriali (tra cui la Certosa di Bologna) 38%, infrastrutture (tra a cui la realizzazione di un tratto della Ciclopedonale Bologna-Verona) 14%, impiantistica 5%, gestione del verde e conduzione di aziende agricole 5%. I settori più performanti in relazione alla marginalità sono stati, nell’ordine: gestione del verde, impiantistica, servizi manutentivi e cimiteriali, edile e infrastrutture.
Nel corso del 2020 la Cooperativa registra una base sociale in cui il 20% ha meno di 35 anni, il 28% dai 36 ai 45 anni, il 30% dai 46 ai 55 anni ed il 22% dai 56 ai 64 anni. Il nuovo Cda ha un’età media di 42 anni, questo a garanzia del ricambio generazionale, che è un fattore importantissimo soprattutto in aziende cooperative. Ad oggi Cims vanta un organico di 290 unità di personale diretto.
Per il 2021 la coop stima di sviluppare una produzione di 51 milioni di euro, di cui oltre 86% già acquisiti, con il mantenimento delle marginalità. I medesimi valori sono inoltre attesi anche per il periodo 2022-2023, così come previsti nel Piano industriale triennale 2021-2023 deliberato lo scorso marzo.